Al Da Schio situazione paradossale nell’indirizzo alberghiero dove c’è un unico laboratorio per ventidue classi
«Dobbiamo usare anche i fornelli del vicino istituto San Gaetano» E dal settembre prossimo partirà la scuola serale per aspiranti chef
Sos cucina. Chiuse le iscrizioni, al Da Schio è tempo di tirare le somme degli studenti in uscita a giugno e in entrata a settembre 2014, ma anche delle aule e i laboratori sui quali l’istituto di via Baden Powell può contare. E se le prime sono appena sufficienti per ospitare le circa cinquantotto classi previste il prossimo anno scolastico, sui laboratori il conto non torna. La preoccupazione è ancora una volta per l’indirizzo alberghiero giunto al quarto anno di vita, attualmente ventidue classi di cui sette prime che diventeranno cinque o al massimo sei l’anno prossimo per effetto di un calo di nuovi iscritti: 122 contro i 133 dell’anno in corso.
«In realtà speravamo fossero molti di meno – spiega il preside del Da Schio, Giuseppe Sozzo – perché siamo consapevoli che una sola cucina a disposizione dell’intero corso non è sufficiente». Tra l’altro i numeri dell’alberghiero nonostante siano in lieve flessione in termini di nuovi ingressi, sono in aumento in assoluto. A giugno non ci saranno infatti quinte in uscita (l’indirizzo venne istituito nel settembre 2010 sotto la presidenza di Enrico Delle Femmine) e di conseguenza le cinque o sei nuove prime andranno a sommarsi alle attuali ventidue classi per un totale di ventotto classi di enogastronomico.
Troppe a fronte di una cucina che per il fatto di essere unica penalizza l’immagine oltre che l’organizzazione della scuola che finora ha dovuto bussare al vicino istituto San Gaetano dove utilizza per alcune ore e compatibilmente con le esigenze del centro di formazione il laboratorio con forni e fornelli. «In altre province – fa sapere Sozzo – ogni trecento alunni c’è una cucina, qui invece l’anno prossimo ci saranno più di cinquecento studenti che dovranno turnarsi in un solo laboratorio».
Sozzo parla di situazione “deleteria” per un indirizzo che rischia di dequalificarsi. «Le famiglie iscrivono i figli nelle scuole in grado di offrire attrezzature e laboratori, requisiti indispensabili per chi vuole diventare chef», aggiunge il preside che annuncia proteste e mobilitazioni a favore di un enogastronomico che abbia le carte in regola. Ovvero con almeno un’altra cucina, come deliberato dalla Provincia che aveva anche già finanziato per una somma di un milione e duecento mila euro poi congelata dal patto di stabilità il progetto per la costruzione nel giardino del Da Schio di una dependance dotata di tutta l’attrezzatura necessaria a chi studia per lavorare con grembiule e cappello bianco.
Ma c’è un altro motivo per cui al Da Schio si chiedono rinforzi in termini di fornelli. A settembre 2014, complice una domanda altissima da parte di chi è disoccupato o di chi intende riqualificarsi, partirà anche l’alberghiero serale. Sarà l’effetto Masterchef o una crisi che non perdona, fatto sta che le richieste di attivare un corso serale equiparato a quello diurno non si sono fatte attendere. «Faremo di sicuro una classe, forse anche due visto l’interesse suscitato da questa proposta che prevede un percorso triennale in cui il primo anno sarà equiparato al terzo dell’indirizzo alberghiero quinquennale», annuncia Sozzo che sposta nuovamente l’attenzione sulla cucina. «A maggior ragione sarà necessario un secondo laboratorio – dice – perché la cucina che verrà utilizzata anche di sera dovrà essere pulita e in ordine il mattino successivo, pronta per accogliere gli alunni del diurno».
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