da La Nuova Vicenza

di Giulio Todescan il 21 nov 2013.

Scuole superiori, caos dimensionamento.

Lo sfogo di un genitore con figlia disabile

La scuola in allarme: il piano di dimensionamento che riorganizza gli istituti scolastici, voluto dalla Provincia di Vicenza, ha trovato l’opposizione di molte scuole che sono scese in piazza nei giorni scorsi. In duemila hanno manifestato solo martedì 19 novembre. In piazza, gli studenti e alcuni genitori del Da Schio hanno denunciato come al Piovene, dove dovrebbe essere trasferito l’indirizzo turistico della loro scuola, manchino le strutture per i disabili che invece al Da Schio sono all’avanguardia.
Chi vive la scuola ha una preoccupazione che riguarda la didattica. Per esempio, spostare l’indirizzo turistico dell’ITC Da Schio nelle aule dell’ITC Piovene vorrebbe dire metter fine alla stretta relazione fra turistico e enogastronomico, una sinergia raccomandata dal ministero dell’Istruzione e che verrebbe con il nuovo piano interrotta. Ma c’è anche una questione di strutture: il Piovene, nella sua storica sede di S. Felice, ha qualche problema in fatto di barriere architettoniche. La denuncia arriva da Fabio Pitacco, genitore di una ragazza che frequenta il quarto anno del Da Schio: «Parlo di quello che ho visto quattro anni fa, quando andammo alla presentazione dell’offerta didattica del Piovene – dice Pitacco – Mia figlia si muove con una stampella, e solo per portarla all’aula magna, al primo piano, ho dovuto caricarla sulle spalle per farle fare le scale. Mancano gli ascensori, almeno nella sede storica. Solo il piano terra è accessibile, e nemmeno del tutto, visto che l’ingresso accanto alla chiesa di S. Felice ha due gradini».
Riguardo il Da Schio il genitore racconta una storia diversa: «È stata la prima scuola superiore della città ad aprire ai disabili, i primi che si sono diplomati lo hanno fatto lì, negli anni Ottanta – spiega – Ci sono circa quindici insegnanti di sostegno, molti meno al Piovene. Ma è l’organizzazione ad essere rodata: quando mia figlia è arrivata al primo anno, la responsabile dell’inserimento aveva già parlato con la sua insegnante di sostegno delle medie, e al primo giorno in classe il nuovo insegnante sapeva tutto di mia figlia». Inoltre il Da Schio ha «due ascensori, bagni per i disabili con tanto di sollevatore». Conclude Fabio Pitacco: «Quattro anni fa ho fatto una scelta e mia figlia si trova bene, ora mi dicono che deve andare a fare l’ultimo anno in una scuola diversa?».
Il risiko delle scuole – approvato, è giusto ricordarlo, dai sindaci della provincia con la sola eccezione del capoluogo e di Monticello Conte Otto, che hanno votato contro – ha fatto partire interrogazioni da parte dei deputati del Pd Daniela Sbrollini e Federico Ginato e del consigliere regionale dello stesso partito Stefano Fracasso. Ai quali ha risposto duro il commissario dell’ente provinciale Attilio Schneck, che ha ricordato come al piano si sia lavorato per un anno, a stretto contatto con i presidi stessi. Il piano è stato «elaborato e licenziato grazie al parere favorevole dei 15 Sindaci presenti, democraticamente eletti e appartenenti a vari schieramenti politici, Pd compreso» ha ribattuto Schneck. Infatt Le scuole stanno elaborando delle contro-proposte da portare a palazzo Nievo. Il tempo stringe: il piano va inviato a breve in Regione per l’approvazione definitiva.

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