dal Giornale di Vicenza di sabato 9 novembre 2013
Assemblea con 200 famiglie per esaminare il piano con cui la Provincia intende riorganizzare
gli indirizzi
“Da Schio” sul piede di guerra
Bocciato il progetto per trasferire il tecnico-turistico al “Piovene” In arrivo una raccolta di firme e una manifestazione per dire no
Giù le mani dal Da Schio. Più o meno questo il messaggio lanciato dai genitori degli alunni del professionale di via Baden Powell, riuniti in assemblea per dire no al piano di dimensionamento presentato dalla Provincia in base al quale l´indirizzo tecnico turistico finirebbe sotto l´ala del Piovene a costituire il polo tecnico-turistico-commerciale.
Una proposta che sta alimentando polemiche e preoccupazioni ma anche rabbia per un accorpamento che al Da Schio ritengono non conforme alle linee guida del ministero che evidenzia invece compatibilità e affinità tra gli indirizzi turistici e gli alberghieri. E dato che il Da Schio è sede del primo e anche unico alberghiero della città, con sbocchi in cucina, sala e accoglienza turistica, la levata di scudi non si è fatta attendere.
Nell´incontro, che ha visto la partecipazione di oltre duecento famiglie alle quali il preside ha spiegato cosa potrebbe succedere a par! tire dal prossimo anno scolastico, sono state concordate diverse forme di mobilitazione che vanno dalla raccolta firme ad una manifestazione in programma martedì 19 novembre per far leva con la Regione che entro fine anno dovrà pronunciarsi sul piano della Provincia che coinvolge sette istituti cittadini, oltre al Da Schio, Piovene, Canova, Rossi, Montagna, Lampertico e Boscardin.
«In altre città ci si adopera per costruire i poli turistici-alberghieri, qui invece si sta facendo di tutto per smantellare l´esistente. È un´operazione di cui mi sfugge il senso, ma evidentemente sfugge anche al Comune di Vicenza che sull´ipotesi ha votato contro», interviene il preside del Da Schio, Giuseppe Sozzo, ricordando che «chi ha scelto il Da Schio lo ha fatto per ragioni precise, a cominciare dall´attenzione nei confronti dei Bes, vale a dire gli alunni con bisogni educativi speciali (55 di cui 14 al turistico), che in questa scuola trovano un ambien! te sereno e accogliente».
Non è detto inoltre, dicono n! ell´istituto di via Baden Powell, che gli studenti accettino di trasferirsi in un´altra scuola. «Di fronte alla possibilità che la riorganizzazione venga approvata – prosegue Sozzo – sono diversi gli studenti che hanno manifestato la loro contrarietà a cambiare scuola. Chi risiede nella zona di Breganze, ad esempio, ha già fatto sapere che si iscriverà a Bassano, mentre altri pur di restare al Da Schio passeranno all´indirizzo commerciale. Questo per dire che non è così scontato che alunni e famiglie subiscano passivamente quanto deciso in Provincia».
Che il clima sia rovente lo si è percepito anche durante l´assemblea dei genitori, alcuni intenzionati a chiedere appuntamento al sindaco di questo o quel comune per chiedere spiegazioni della posizione a favore espressa nella commissione d´ambito dove è stato presentato e approvato il piano di dimensionamento.
«Evidentemente i ragazzi sono considerati come soprammobili che po! ssono essere spostati da una parte all´altra», fa notare Giuseppe Cavedon, presidente del Comitato genitori del Da Schio, mentre Gabriella Cosco, presidente del Consiglio d´istituto spiega che «togliendo l´indirizzo si spezza la validità formativa del polo turistico che offre agli studenti anche la possibilità di passare da un indirizzo all´altro dal momento che una parte dei programmi è comune».
Battaglia anche sul fronte degli insegnanti. «Questi ragazzi – fanno presente Gloria Goldoni e Caterina Giordano – nel momento in cui si sono iscritti al Da Schio hanno esercitato un diritto di scelta che ora viene violato».
«Speriamo si trovi una soluzione – conclude il preside – non si può chiudere un indirizzo come fosse un pacco postale e spedirlo altrove».
Allegato: [gview file=”http://www.adaschio.gov.it/wp_it/wp-content/uploads/2013/11/GD_9novembre.pdf”]
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